
Andrea
Andrea ha vinto la sua sfida con il destino ed è sopravvissuta. Una semplice battaglia o la guerra intera? Non lo sa. Non cerca né un colpevole, né un salvatore: non vuole odiare, né ringraziare nessuno. Ha ventitré anni, di cui undici spesi a lottare per la vita e, adesso, vuole guardarsi avanti. La famiglia e i medici sanno di non potersi arrogare alcun merito; in fondo, sembra che tutto sia accaduto casualmente, in un vortice di eventi senza senso. Si è svegliata malata una mattina d’inverno in quinta elementare, si è abbandonata ad un letargo silenzioso ed ora è rinata donna: nuova, sana, inedita. Non pensa di avere nessun ruolo in questa metamorfosi dolorosa, ha lasciato che il destino si compisse in lei, assecondandolo con i suoi sì, a volte decisi, a volte sofferti. Non ha scacciato la paura, ha imparato a conviverci. Si è lasciata trasportare dalla corrente, senza lamentarsi, ha osservato ogni attimo con precisione ed ha imparato, tanto, tantissimo. Il suo passato le ha fatto da maestro, severo ed esigente. Lei è stata un’allieva esemplare, disciplinata e creativa al tempo stesso. Capita ancora che qualche disturbo torni a bussarle nel corpo e risponde con sicurezza, certa sul da farsi, senza tentennamenti. Adesso è giunto il momento di occuparsi d’altro e di tenere a bada la bestia, ben chiusa nel suo recinto. Finalmente si dedica del tempo per piacere e le porte si sono spalancate verso orizzonti ignoti, dove ogni tanto mamma, papà e Alice fanno capolino, ma solo come semplici spettatori. Sul ring è da sola e lotta per gioco, si misura con un sacco inerme, colpisce, si scatena, cade a terra e guarda all’insù, ridendo a crepapelle.

